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Fecondazione eterologa: contributi stanziati dalle regioni Lombardia e Sardegna

La regione Lombardia ha approvato una delibera sul funzionamento della banca dei gameti allestita negli scorsi mesi all’ospedale Niguarda (storico istituto ospedaliero di Milano, nato nel 1939), che si occuperà di raccogliere le donazioni di ovuli e seme e farà da intermediaria per le cliniche autorizzate all’eterologa. Ora la regione spenderà circa 2 milioni di euro per la suddetta banca e aprirà i bandi per le strutture estere per raccogliere le donazioni, per stipulare delle convenzioni grazie alle quali il materiale genetico potrà arrivare in Italia. La coppia non pagherà nulla e potrà disporre (se la donna ha meno di 43 anni) di 3 cicli per cercare di avere una gravidanza. Nell’attesa che vengano pubblicati i bandi e per cercare di non aumentare la fila delle coppie in attesa, l’ospedale procederà, di volta in volta, all’acquisto dei gameti necessari per eseguire la procedura, con una manifestazione d’interesse ad hoc. Al momento sono già più di 60 le coppie in lista d’attesa seguite dal centro fertilità dell’ospedale.

Anche  la regione Sardegna ha stanziato per l’anno 2019 un fondo di 350000 euro da destinare alle coppie residenti in Sardegna che chiedono di poter accedere all’eterologa . I trattamenti possono essere effettuati in strutture pubbliche o private, ovviamente accreditate in ambito nazionale ed internazionale. I requisiti che deve possedere la coppia per poter richiedere il contributo  per la PMA di tipo eterologo sono i seguenti:

-essere residenti in Sardegna da almeno 2 anni;

-essere sposati o conviventi;

-l’età della donna dev’essere inferiore ai 46 anni;

-devono aver eseguito al massimo 3 cicli di trattamento di PMA eterologa.

In base al tipo di percorso scelto la quota è differente e se la spesa sostenuta dalla coppia è superiore a questo importo, la differenza è a carico dei pazienti.

Nel caso in cui la coppia scelga una struttura privata accreditata o un Centro estero, la spesa dev’essere anticipata dalla paziente che, tuttavia, può richiedere un anticipo delle spese sanitarie e di viaggio del 70%, allegando il preventivo della spesa sanitaria rilasciato dalla struttura e quello per le spese di viaggio.

 

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