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Ciao!

Noi siamo Loredana e Silvia, ci conosciamo da 4 anni e conviviamo da 2 e pochi mesi fa abbiamo deciso di completare il nostro rapporto di coppia provando ad avere un bambino o una bambina.

Non è stata una scelta facile, o meglio, non lo è stata per entrambe, perchè per la famiglia di Silvia dai mille tabù, già aver scoperto di avere una figlia lesbica è stato un durissimo colpo…forse se avessere scoperto che aveva una malattia seria, sarebbe stato meno duro.

Quindi immaginate quando io, Loredana, ho espresso il desiderio di avere insieme un figlio o una figlia con eterologa, appoggiandoci ad una clinica straniera per avere il seme di un donatore!

Silvia subito mi ha detto di no, che la sua famiglia l’avrebbe allontanata per sempre da loro, considerato già il rapporto attuale, a causa della nostra relazione resa pubblica.

Ma io lo volevo fortemente, o da me o da lei, per me era indifferente, ma sentivo il bisogno di completarci, anche se siamo due donne e non una coppia etero. In fondo lo desiderava anche lei, ma non voleva ammetterlo, perchè aveva troppa paura dei pregiudizi famialiari e di chi conosciamo.

Allora io ho preso in mano la situazione, ho preso di nascosto i contatti con le varie cliniche straniere per poterle confrontare e finalmente ne ho trovata una che rispondeva alle mie esigenze. Ho parlato io con i genitori di Silvia, a sua insaputa, e ho detto che Silvia desiderava fortemente un figlio, come lo desideravo io stessa, ma che si stava rifiutando di provare, per timore di essere allontanata dai suoi genitori.

Loro hanno compreso il mio discorso molto chiaro e la sera stessa hanno voluto parlare con Silvia, che tuttora mi ringrazia per la pazzia che ho fatto a sua insaputa e così dopo quattro mesi ci siamo ritrovate su un aereo, dirette verso il nostro sogno, piene di speranza e di ottimismo.

All’estero è molto più frequente ciò che abbiamo fatto noi, la mentalità delle coppie omosessuali e delle persone etero che girano intorno alle coppie omo, è completamente diversa dalla maggior parte delle coppie omo e delle persone etero che vivono in Italia.

Cambiano la cultura, l’atteggiamento…e questo agevola ovviamente certe decisioni, come quella di avere un figlio con eterologa.

In clinica son stati genitilissimi tutti, sia il personale medico che non, e dopo il transfer mi sono sentita subito MAMMA!

Abbiamo deciso che doveva sottoporsi al transfer e portare avanti una eventuale gravidanza, colei che per prima aveva avuto questa esigenza, questa idea e che aveva fatto di tutto per arrivarci e quindi l’ho fatto io.

Non sentivo nulla dopo il transfer, a livello fisico, ma dentro di me mi sentivo come se avessi dovuto proteggere quell’embrioncino che mi avevano trasferito in utero e penso che questo significhi essere MAMMA, proteggere colui o colei che sappiamo essere nel nostro grembo.

Il viaggio di ritorno è stato diverso dal primo: il primo pieno di speranza e sorridevamo a tutti come se avessimo vinto la Lotteria, mentre quello del ritorno per me è stato stressante, perchè mi sentivo “diversa”, avevo paura di tutto, di qualsiasi eventuale scossone che poteva avere l’aereo, andavo in bagno più volte per controllare che non ci fossero macchioline anomale, ero nervosissima e così anche Silvia, vedendo me così preoccupata. Si, proprio io che non sono MAI stata ansiosa!

Da lì ho capito che essere mamma significa anche essere ansiose, ma io lo ero troppo e mi dovevo dare una calmata per il bene di tutti: mio, della mia compagna e di quell’esserino minuscolo dentro me!

Anche perchè se ero così prima delle beta, per nove mesi come avrei potuto continuare a sopravvivere così, con mille paure?

Il giorno delle beta finalmente arrivò e, dopo una bella e calda camomilla, aprimmo la busta contenente l’esito: POSITIVO!!!!!

Io urlai dalla gioia, Silvia mi abbraccio’ così tanto che non riuscivo neanche a respirare e mi disse GRAZIE e telefonò subito ai suoi genitori per comunicare la lieta notizia e, seppur con meno entusiasmo, si complimentarono con noi.

Fortunamente l’ansia iniziale si è trasformata in voglia di sognare, voglia di accogliere, voglia di prepararci ad essere una famiglia e proprio questa settimana abbiamo finito di preparare la cameretta per il nostro cucciolo che si chiamerà Federico e che conosceremo tra molto poco…

Abbiamo accettato di raccontare la nostra storia, quando Angelica l’ha chiesto, perchè vogliamo aiutare altre coppie omo a superare queli limiti mentali e culturali che ostacolono i nostri sogni.

AUGURI A NOI E A TUTTE VOI!!!!!

Loredana e Silvia